Borgo Rossini stories

Il quartiere si racconta attraverso le voci delle persone

Una cartolina per il borgo

di Maria Teresa Dettoni

Caro vecchio borgo,
mi hai vista nascere più di ottant’anni fa e non ti ho mai lasciato.
Purtroppo ora sono molte le botteghe chiuse, ma una volta i negozi erano tanti: tre o quattro commestibili (Cantamessa, le sorelle), il carbonaio dove andavamo a prendere le canne per fare le bolle, la drogheria-torrefazione con il profumo di caffè, la panetteria che emanava la fragranza di pane appena sfornato, la merceria delle sorelle Tus dove trovavi di tutto. Di lattai ce n’erano, tre ma il più noto era quello che ripeteva il miracolo delle nozze di Cana trasformando l’acqua che aggiungeva, facendola diventare latte.

E come dimenticare la cartoleria delle sorelle Sola? Al suo interno l’odore dell’inchiostro si mescolava a quello della carta. Qui entravamo a comprare il primo quaderno per poi ritornare per acquistare quello per i nostri figli. Ricordo il fioraio dove andavo a farmi confezionare il mazzo di fiori per il compleanno dei miei genitori. A seconda della stagione, c’erano sempre garofani o gladioli, non aveva altri tipi di fiori.

Nella piazzetta poi era presente, accanto alla bottega di Mario (una vera gastronomia ai tempi), la Ferramenta Carcano dove era impossibile non avvertire l’odore di ferraglia, infine la farmacia Tognacca con i suoi scaffali vetrati, dietro i quali si intravvedevano vasi finemente decorati, sui quali era segnato con una grafia in corsivo il nome del contenuto.

Ho menzionato solo i negozi della mia gioventù con i miei ricordi.

Caro vecchio borgo, non sei cambiato molto, sei rimasto un po’ vecchiotto, ma qui continuerò a stare felicemente bene.