Barriera stories

Barriera di Milano si racconta attraverso le voci delle persone

Barriera: integrazione e famiglia

di Giuseppe Sciortino

 

Per raccontarvi la mia storia su barriera parto da dove sono nato e cresciuto l’ex case Fiat di via Sempione. Un grande cortile con undici palazzi al suo interno. Vivevamo io, i miei genitori, mio fratello maggiore Diego e mia nonna Tanina in quella che tutti chiamavamo la portineria.
Il cortile per noi bambini era un vero e proprio parco di divertimenti. Nel periodo estivo. Quando era chiusa la scuola elementare dove andavo, la Sabin in corso Vercelli, quel cortile diventava uno stadio di calcio, un circuito di moto con noi che sfrecciavamo con le nostre bici, la sera giocavamo a nascondino fino a tardi. E i nostri genitori si radunavano in cortile con le sedie pieghevoli per fare due chiacchiere, quando ci penso sento ancora le voci dei nostri genitori che ci chiamano per tornare a casa e noi che facevamo finta di non sentirli, un’infanzia magnifica.

In Barriera l’infanzia finisce presto. Il salto tra elementari e scuole medie è forte. La G.B. Viotti è una grande scuola con tante sezioni e ragazzi di ogni tipo. Nel pomeriggio andavamo a studiare alla biblioteca Cascina Marchesa o meglio, così dicevamo ai nostri genitori, l’appuntamento era alle panchine della Madonnina e lì iniziavano chiacchierate spensierate infinite, o si andava al Sempione per due calci al pallone.

La domenica più bella, quella che tutti aspettavamo era a metà settembre: la mitica festa di Barriera. Chiudevano le strade da piazza Crispi a piazza Rebaudengo, tutti i negozi aperti, artisti di strada che si esibivano, bar con i tavolini sulla strada. Era una festa bellissima, lì si incontravano tutti. Noi ragazzini di 12 o 13 anni ci sentivamo grandi. giravamo da soli per la nostra zona. Le prime “vasche” in corso Vercelli per incontrare le ragazze, stavamo insieme finché i nostri genitori non ci venivano a cercare perché si era fatto tardi.

Non posso non parlare dei miei genitori, loro che mi hanno fatto crescere in Barriera. Mia madre grande donna, ha sempre badato a noi tutti. Mio padre grande lavoratore e esempio da seguire. Nel 1987, quando avevo appena un anno, ha rilevato la sua prima officina meccanica. Dove se non in Barriera? In via Aosta.

Non era proprio un’officina rispettabilissima, ma lui con molto impegno e bravura riuscì a farla decollare. Nel 1992, con il suo socio, ne aprì un’altra in via Duprè. Gli affari andavano bene e l’officina diventò troppo piccola: era ora di spostarsi in una sede più grande, un capannone alle porte di Torino. Noi da Barriera non ci spostiamo, però così nel 2002 l’Autoriparazioni Duprè si trasferisce in via Monte Rosa 121, dove tuttora si trova. Adesso che mio padre si gode la sua meritata pensione la porto avanti insieme al suo e ormai mio socio Angelo. E con noi abbiamo un collaboratore, Seydou, originario della Costa D’avorio, arrivato qui in Italia 6 anni fa con tanta voglia di integrarsi. Perché per me Barriera è integrazione, amicizia, lavoro e famiglia. 

Wikimedia Commons/Progetto artistico Opera Viva in piazza Bottesini