Barriera stories

Barriera di Milano si racconta attraverso le voci delle persone

Via Baltea 3

di Davide Cattaneo

 

Tra due arterie pulsanti della città come corso Vercelli e corso Giulio Cesare, in mezzo a casette non più alte di due piani, fra botteghe di altre epoche e conversazioni in lingue d’altri continenti, c’era una volta e c’è ancora un piccolo villaggio.

Via Baltea 3 ha una storia tanto breve quanto ricca, cominciata sei anni fa e non ancora terminata. Come tutte le storie che si rispettino, anche questa merita di essere raccontata attraverso i suoi personaggi: gli abitanti del villaggio.

Si entra a questo punto in un territorio narrativo interessante, che si può definire meta-letterario. Eh sì, perché i protagonisti di Via Baltea 3 hanno deciso di creare uno spazio che fosse non solo il luogo in cui il racconto si sviluppa, quanto piuttosto un generatore perpetuo di storie. Nuove narrazioni capaci di concepire ancora nuovi racconti, con nuovi personaggi, diverse sotto-trame, colpi di scena più o meno gradevoli e svariati lieti finali.

L’obiettivo del villaggio, così come il titolo dell’opera, è: “L’arte di vivere insieme”.

30 novembre 2021

Matilde è una ragazza di 27 anni, animata da grande curiosità e numerosi interessi. 

Vive in Vanchiglia e durante la mattinata fa la cameriera in un bar del centro. Nel tempo libero si diverte a scrivere canzoni, a bere e mangiare cose buone insieme ai suoi amici fino a tardi la sera, e segue un corso di arabo all’università perché vorrebbe tanto passare del tempo in Nord-Africa, presto o tardi.

Il suo amico Amerigo la sente spesso cantare ed è convinto che abbia un bel talento da coltivare, per cui un giorno le consiglia di fare un salto in Barriera di Milano, dove c’è una scuola di jazz che secondo Amerigo fa proprio al caso di Matilde.

23 febbraio 2022 

Matilde entra così in contatto col villaggio un giovedì pomeriggio in cui il sole splende sul cortile, cogliendo l’occasione per salutare Amerigo, divenuto abitante un anno prima per dare il suo contributo aiutando bambini e bambine a fare i compiti nel doposcuola.

Matilde fa la prima prova nella scuola di jazz e quella stessa notte si addormenta molto tardi, con un sorriso che unisce i due estremi del suo viso.

28 aprile 2022

Matilde finisce in fretta e furia la lasagna di Emiliano nel cortile, perché a minuti sarà ospite in una delle trasmissioni della radio del villaggio. Tra due sere Matilde fa un concerto e verrà intervistata a riguardo. Corre temendo di essere in ritardo, ha ancora una fetta di pane in una mano e un piatto nell’altra, ma la fortuna è dalla sua parte perché una mano le apre la porta.

È la mano di Edoardo, il conduttore della trasmissione, in ritardo pure lui.

Edoardo e Matilde quella sera chiacchierano di musica e cibo marocchino fino a quando il villaggio chiude le sue porte. 

Matilde e Edoardo si addormentano molto tardi, con un grande sorriso sulle labbra.

13 settembre 2022

Alessandro, artista e artigiano del villaggio, sta dipingendo le mura esterne di Via Baltea 3 quando Amerigo arriva per sistemare la sua bicicletta nella ciclofficina dell’acquario.

Matilde è con Rachid e Mario in un angolo del bar accanto alla drogheria. Mangiano focaccia calda e ridono quando Mario, il cestaio del luogo, mostra a Matilde il cappello che ha fatto per Edoardo, poco prima che lui e lei partano per il Marocco ad ottobre, felici e insieme.

Per raccontarvi questa storia abbiamo pensato di fare riferimento a un capitolo che non è ancora accaduto.

Matilde non esiste o più probabilmente non è ancora arrivata in Via Baltea 3, così come non esisteva niente o nessuno all’interno del villaggio sei anni fa. 

Un posto che dal niente è diventato uno spazio pubblico nel quale manifestarsi, confrontarsi ed espandersi. Uno spazio pubblico che è anche casa, in cui tutto quello che accade può accadere solo grazie alle sua legge principale: le relazioni sono il motore che alimenta il villaggio.

Questa è una storia vera.

Wikimedia Commons/Progetto artistico Opera Viva in piazza Bottesini