Porta Palazzo stories

Porta Palazzo si racconta attraverso le voci delle persone

Fiori rock a Porta Pila

di Alberto Bozzolan

Alfonsino vende fiori e piante al mercato dei contadini di Porta Palazzo. Ottant’anni e non sentirli. Vende fiori da una vita. Ma nella stessa vita è stato anche il padre degli eventi musicali di Torino.

Fu il primo a portare nella nostra città  artisti del calibro di Rod Stewart, Mina, Renato Zero, Battiato, Stevie Wonder, Wilson Pickett e molti altri. Negli anni ’60 molti di loro erano emeriti sconosciuti. Ma Alfonsino aveva fiuto. Come con i fiori.

Gestiva un locale, il “Mack1” in via Camerana. Negli anni a seguire ne gestì molti altri, ma fu al Mack1 che iniziò la storia musicale di Torino. Gli spettacoli erano di livello internazionale.

Ho incontrato personalmente Alfonsino proprio per scrivere questo racconto, in una calda mattinata di fine maggio. Lui era lì, seduto sul suo sgabello bianco. Gli chiesi se avesse tempo per assecondare le mie curiosità, e lui, con modi molto gentili, si è reso subito disponibile per una piacevole chiacchierata. Mi ha raccontato di come il mondo floreale sia stato da sempre una sua passione. E una volta finita quella per la musica e i locali, decise di trasformare questa passione in una nuova professione. 

Ma la mia curiosità era per quel locale, di cui avevo solo sentito parlare, e di questi artisti diventati poi famosissimi e che ancora oggi ascolto appoggiando la puntina del giradischi sui solchi dei vinili vecchi di quarant’anni e più.

Mi raccontò di Rod Stewart, di come dopo lo spettacolo “volle che lo portassi in un posto tranquillo a mangiare, fuori dai rumori della città. Lo accompagnai a Superga e si innamorò di quel luogo dopo che gli raccontai della tragedia del Grande Torino (pare che Rod, fino a sedici anni, fosse un discreto calciatore). Ma credo che si fosse anche innamorato degli innumerevoli bicchieri di vino e bitter campari del ristorante” e accenna una risata.

O di quando nel 1969, al Mackl, si presentarono gli ufficiali giudiziari e sequestrarono la pelliccia di Mina perché  aveva un contenzioso con una casa discografica o con la SIAE. Volevano sequestrare l’incasso, ma Alfonsino non lo permise, e allora le portarono via la pelliccia. “Lei, da grande artista qual era, cantò come se nulla fosse successo, da vera professionista”.

Continua a raccontare: “Finito lo spettacolo gli artisti tornavano in albergo a piedi, anche se spesso venivano ospitati a casa dopo una cena al ristorante. Venivano volentieri a Torino perché erano ben accolti”. 

E poi Fausto Leali, che cantò con gente del calibro di Wilson Pickett e Stevie Wonder, e i ricordi saltano nel tempo, passano per gli altri locali,  come il Good Music di Piazza Guala.

“Al Good Music venne anche Renato Zero – mi racconta con gli occhi che brillano –. Era agli inizi della sua carriera, ancora poco conosciuto. Prendeva circa 600/700 mila lire per due serate. All’epoca era un buon cachet. Vestiva già in modo bizzarro, con calzamaglia e paillettes. A volte i gestori degli alberghi non erano contenti di ospitare persone così “fuori dal normale”. E quando accompagnai Renato in via Cercenasco, dove c’era l’albergo per i nostri artisti, il gestore non sembrava molto contento di ospitarlo. La sera prima dello spettacolo andai a prenderlo in albergo e ad aspettarci c’era un poliziotto. Renato aveva una tuta molto ma molto aderente. Spiegai al poliziotto che era un artista e gli chiesi di venire a sentirlo. Per carità! Ci disse. Basta che non succeda niente”.

E avanti nel tempo, fino ai Punti Verdi alla Pellerina con l’amico Franco Battiato, che era arrivato in camper e se ne stava parcheggiato poco distante dal palco.

Ora Alfonsino vende fiori ed è contentissimo. Gli dico che anch’io sono un appassionato di piante e fiori, che quell’anthurium in vendita è bellissimo. Poi facciamo un giochino stupido: “Alfonsino, se dovesse associare un fiore a Mina, quale sceglierebbe?”

Mi guarda, ci pensa, si guarda intorno tra i suoi fiori. “Mina? Per il carisma, la grinta, la passione e la bellezza non può che essere una bellissima rosa granata”.

Alfonsino lo trovate al sabato mattina, al mercato dei contadini. Ormai da più di trent’anni è lì, con i suoi fiori e con i suoi meravigliosi racconti. È sicuramente un personaggio che meriterebbe un riconoscimento istituzionale per quello che ha dato alla cultura musicale della nostra città. Passate a trovarlo. Gli farà sicuramente piacere. I “fiori rock” di Porta Pila vi aspettano.

Wikimedia Commons/Progetto artistico Opera Viva in piazza Bottesini