Antonio Iovane

La seduta spiritica

minimum fax

Le cose sono quasi sempre semplici, pensa Leonardo Sciascia, mentre quel 10 giugno 1981 Romano Prodi, futuro presidente del Consiglio e della Commissione europea, sta raccontando a lui e ad altri onorevoli deputati di una seduta spiritica alla quale ha partecipato insieme a un gruppo di amici democristiani a pochi giorni dal rapimento Moro. Sciascia scuote la testa. Stiamo davvero parlando di questo? Di fantasmi?

Il 2 aprile del 1978 in un casolare di campagna nella Frazione di Zappolino, in Emilia, alcuni professori dell’Università di Bologna si riuniscono insieme alle loro famiglie per trascorrere una tranquilla domenica. Il clima nel resto d’Italia non è per niente tranquillo. Aldo Moro è stato rapito dalle Brigate Rosse da 17 giorni e, in seguito, sono state varate leggi d’emergenza per fronteggiare il terrorismo: intercettazioni senza autorizzazione, perquisizioni e arresti provvisori anche per i sospettati, interrogatori in questura senza avvocati. Tutta l’Italia è mobilitata nelle ricerche.

E in questo clima d’emergenza nazionale, nella casa dei professori qualcuno propone una seduta spiritica per contattare i fantasmi di don Luigi Sturzo e di Giorgio La Pira e chiedere loro di indicare il posto dove Moro è rinchiuso. E gli spiriti rispondono, offrendo indizi per individuare il principale covo delle Br.
Ma cosa accadde quel pomeriggio? Davvero un piattino da caffè capovolto si mosse da solo tra le lettere dell’alfabeto disegnate su un foglio di carta formando la parola “Gradoli”?

Sul confine tra romanzo e saggio, con un’abile miscela di reportage e finzione, memorie famigliari e collettive, interviste e verbali Antonio Iovane ricostruisce questa storia assurda e ambigua. Mette in ordine i fatti e le testimonianze senza dare giudizi, senza dare o cercare spiegazioni ma mettendo in rilievo equivoci, ambiguità e ombre di uno dei misteri più inquitanti della storia italiana.

L’Italia è un paese senza verità, se manca la verità si può solo cercare di formulare gli enigmi irrisolti nella maniera più corretta. Ma, come diceva Sciascia che apre e chiude questa indagine, i fatti della vita, una volta scritti, diventano più complessi e oscuri.

Antonio Iovane è nato il 18 maggio 1974 a Roma, dove vive. Giornalista, lavora per Gedi Digital. Per Barbera editore ha scritto La gang dei senzamore (2005) e Ti credevo più romantico (2006), mentre nel 2019 ha pubblicato una favola illustrata da Ellekappa per Albe edizioni: Il segreto di Mago Bubù. Con Minimum Fax ha già pubblicato Il brigatista (2019).

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