La mia Noli

di Stefania Barsanti

 

Vado a Noli da quando sono nata.
I miei genitori avevano una casa con un grande terrazzo che si affacciava sul mare.
Era più grande il terrazzo della casa. Dal terrazzo si vedeva tutta Noli, si vedevano i delfini nuotare, i pescatori pescare, il gabbiano che avevamo soprannominato Jonathan che veniva a trovarci ogni giorno. Nelle notti di temporale sembrava che i fulmini, il cielo, il mare fossero una cosa sola, il boato del tuono si infrangeva nel mare.
Avevo paura dei lampi e dei tuoni che sembrava cadessero sul terrazzo.
Anche i miei figli vanno a Noli da quando sono nati.
Ricordo i primi bagni nelle acque limpide del Capo Noli, le passeggiate lungo mare e la sosta obbligata alle giostrine per prendere il codino. Se prendevi il codino vincevi una corsa omaggio!
Odore di pesce nella spiaggia dei pescatori, Emilio che raccoglie le reti e i gabbiani in agguato per prendere qualche pesciolino che scappa dai buchi. Odori, profumi, fuochi artificiali, il mercato del giovedì e le bancarelle delle fiere.
E poi l’odore del bosco dietro casa, il cinghiale che veniva all’imbrunire a farci visita e lo avevamo soprannominato Pumbino come quello del film Il Re leone.
Vacanze spensierate in compagnia di amici con cui condividere voci, esperienze, risa e pianti.
Oggi la casa non c’è più ma con i miei figli e i miei amici continuiamo a sentire il richiamo di Noli e ogni anno puntuali il cuore ci porta là tra le acque limpide ricche di pesciolini, i vicoli stretti e gli oleandri colorati.
Dall’anno scorso sentiamo anche il profumo dei libri, profumo meraviglioso che a Noli mancava!