Il mio posto dell’anima

di Bruna Marino

Era quasi il 2000 e ancora non sapevo che Noli, sarebbe diventata il mio posto dell’anima. All’epoca c’era, in un piccolo slargo del centro, una pensione avvolta nel Glicine. Al mattino era sempre presente un po’ di incertezza. Infatti se ti raggiungeva della musica rock a tutto volume potevi essere certo che Bruno, il proprietario, ti avrebbe accolto con la colazione mai immaginata tra torte dolci e salate, marmellate, bricchi di caffè, spremute e latte, e frutta e uova.
Ben altro destino si riservava invece, se nessuna musica saliva dalla cucina. Solo timide brioches scongelate facevano la loro triste apparizione sulla rotonda tavola del salone affacciato sul glicine.
E, un Bruno, poco sorridente, sbrigava velocemente, ciò che in quel giorno, pareva essere solo un impiccio.

Ricordo poi, quello strano freddo umido che mi assaliva, anche se avvolta dal sacco a pelo, quando nella spiaggia dei Pescatori, verso la notte, si proiettavano film su un telone teso tra le barche. C’erano stelle nel cielo che accompagnavo le stelle del cinema. E il rumore del mare copriva le parole degli attori.
Ma lo spettacolo era tutto ciò che accadeva intorno a quel lenzuolo bianco e colorato.

E la notte poi della camminata sul promontorio di Capo Noli a vedere i riflessi della luna sul mare in lontananza. Un’uscita notturna, mi era stato detto “porta la pila e scarpe comode”. Un giretto, insomma.  Una salita, subito improvvisa che tagliava il fiato. E poi nel bosco, l’uso della luce artificiale per i rami così fitti da impedire i raggi della luna. Muovevo passi nel buio più totale.
Ricordo poi quasi uno sgomento per il panorama improvviso sull’altipiano delle Manie, illuminato a giorno da una luna grande come non mai.
Durò tre ore, il giretto.

E ancora il mio primo giro in barca con Valter, skipper dai modi sbrigativi ma rassicuranti, tra uscite che si chiudevano con Pigato e focacce.

C’è poi il Chioschetto del Molo che ha raccolto, senza sapere, le mie tante lacrime mute, in un doloroso passaggio di separazione.

Ora c’è la mia casina, con l’affaccio sul mare. Grandi finestre che restituiscono tutto lo sguardo del mondo. C’è il cielo con il mare in un sottosopra che confonde. Le rare nuvole accompagnano giri di rondini e gabbiani.

E poi sale, sale un profumo di ginestre e fichi che fa riposare l’anima.