Venerdì 23 marzo ore 18.30

Cioni Mario ti voglio bene: alla (ri)scoperta del primo Benigni

Nel 1975, il monologo “Cioni Mario di Gaspare fu Giulia” appare come un’operazione inconcepibile per la sua epoca: un attore solo in scena, immobile, e un turpiloquio feroce, comico, genitale, blasfemo.
Eppure, in quel briccone divino con le fattezze di ragazzo toscano, nella lingua sporca di quel cupo pinocchio contemporaneo, sono fuse istanze disparate e urgenti: il tramonto della cultura rurale, l’inquietudine di un Novecento imbevuto di politica e psicanalisi, la gorgonica irriducibilità della maschera.
Nel delirio solipsistico di questo fool scespiriano risuonano elementi eterogenei, a evocare Rabelais, Dostoevskij e Kafka.

È con l’alter ego di Cioni Mario che Benigni debutterà, non solo a teatro, ma anche al cinema e in televisione. Analizzarne questa prima incarnazione diviene, così, un passaggio cruciale per comprenderne non soltanto la successiva carriera dell’artista, ma pure la storia recente della comicità italiana, che va (tristemente) pari passo a quelle della nostra cultura e della nostra società.

«Si fa per ridere… ma è una cosa seria».

Scortato e introdotto da Remo Bassetti (direttore della rivista Giudizio Universale e animatore del Wrog di Remo Bassetti. Wrog, laboratorio politico e zona freestyle), stimolato dalle riflessioni di Giovanni Carlotti (Università di Torino), l’autore Igor Vazzaz proporrà la propria lettura del fenomeno Benigni, intrecciando il tutto con inserti performativi tra musica e lettura.

Ci sarà da ragionare, e da ridere, e sarà molto, molto bello.